Settembre 17, 2021

È lo Spirito che dà la vita!

Nella Parrocchiale di Centrale esiste un monumentale, ornatissimo altare dedicato ai “Santi”.

La storia dell’altare ha inizio centotrenta anni fa. La vicenda dei “Santi” invece ha radici più antiche che risalgono ai primi anni del ‘600.

I “Santi” di Centrale sono preziose reliquie di martiri, di uomini e donne che si diedero interamente a Dio, di pontefici, di testimoni della fede, vissuti in secoli anche lontani.

Le reliquie furono pazientemente raccolte dai frati camaldolesi dell’antico convento di Monte Rua nelle vicine colline delle Bregonze. Servivano a rafforzare la loro fede ed a sostenere quella dei fedeli dei paesi circostanti le colline, che per secoli si rivolsero ad esse per ottenere conforto, sostegno e grazie.

Successivamente, con l’avvento di Napoleone, nei primi anni dell’800, il convento venne soppresso e i Camaldolesi dovettero trasferirsi. Ma non le reliquie che, attraverso varie vicissitudini, nel 1833, vennero infine donate alla parrocchia di Centrale, dove continuavano ad essere venerate.

Circa sessant’anni dopo, nel 1891, giusto centotrenta anni fa, il paese di Centrale si trovò afflitto da una paurosa epidemia di morbillo. L’infezione si diffondeva e faceva morti. Non esistevano allora vaccini e adeguati presìdi sanitari. I pochi medici che operavano si riconobbero impotenti di fronte al contagio. Morivano non solo bambini, ma anche adulti. Si giunse a celebrare quattro funerali in un solo giorno.

Un vero incubo per tutti.

Disperati, i fedeli di Centrale si rivolsero ai loro “Santi”. Implorarono da essi aiuto ed intercessione presso Dio, promettendo un altare, ornato e degno, dove accoglierli e pregarli.

Fecero un solenne “voto”. E nei giorni immediatamente successivi, affermano le cronache, le morti cessarono e gli infettati guarirono.  Il miracolo portò fede, entusiasmo e gioia per tutto il paese e la costruzione dell’altare prese subito avvio.

Allo scadere del secolo (nell’anno 1900) era già eretto: solenne e impreziosito di bianchi marmi.

Nel 1903 fu solennemente consacrato dal vescovo di Padova.

La “Festa del Voto”, in settembre, rimane ancora oggi nella tradizione religiosa del paese.

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